Scimmie clonate

Dopo 22 anni dalla clonazione della famosa pecora Dolly e 19 anni dalla clonazione di un primate, la femmina di macaco Tetra, nascono Zhong Zhong e Hua Hua.

Tetra nacque negli Stati Uniti con una tecnica che imita il processo naturale della formazione dei gemelli omozigoti, mentre la pecora Dolly si basava sul trasferimento del nucleo di una cellula dell’individuo in un ovulo non fecondato e privato del suo nucleo.

L’elemento comune tra le due tecniche sperimentali è il cosiddetto “trasferimento del nucleo”, che consiste nel passaggio di DNA da una cellula a un’altra.

Finora i primati erano risultati refrattari alla clonazione con la tecnica di trasferimento nucleare da cellule somatiche, perfettamente funzionante invece per altri mammiferi, come aveva dimostrato la scienza vent’anni fa.  Ma il 24 gennaio, per la prima volta, sono stati ottenuti due cloni di un primate, dei macachi, geneticamente identici. Grazie a tale scoperta secondo Qiang Sun “sarà possibile produrre scimmie clonate con lo stesso background genetico tranne che per un gene manipolato. Questo genererà modelli reali non solo per le malattie cerebrali che hanno una base genetica, ma anche per il cancro, per patologie immunitarie o metaboliche e ci permetterà di testare l’efficacia dei farmaci per queste malattie prima dell’uso clinico”.

Gli embrioni che si sono sviluppati con successo sono stati innestati nell’utero di scimmie femmine adulte. Lo scopo della ricerca sarebbe quello di produrre scimmie geneticamente identiche da utilizzare per la sperimentazione farmaceutica. Le normali differenze genetiche tra i diversi membri della medesima specie, infatti, rendono necessario l’uso di un numero di animali abbastanza alto da compensare la variabilità che confonde i test, mentre con le scimmie “fotocopia” si potrebbe ridurre di molto la quantità di esemplari utilizzati.

Attualmente i due cuccioli godono di ottima salute la loro crescita non rivela nulla di anormale: il loro sviluppo verrà continuamente monitorato. Fino ad oggi la tecnica era stata usata per clonare oltre 20 tipi differenti di animali, inclusi cani, maiali e gatti, ma tutti i tentativi precedenti sui primati erano falliti perché i nuclei delle loro cellule impediscono lo sviluppo dell’embrione.

Viene spontaneo domandarsi quanto la clonazione di un essere umano è vicina, essendo anch’esso un primate.

Nel dicembre del 1998, un gruppo di scienziati della Corea del Sud avviò la clonazione di un embrione umano. Nella cellula uovo di una donatrice di trent’anni venne sostituito il nucleo con quello prelevato da una cellula del corpo della stessa donna, dando poi il via alla duplicazione della cellula uovo. È lo stesso metodo che è stato utilizzato per la clonazione dei due macachi.

L’esperimento coreano del 1998 fu bloccato  per motivi etici quando l’embrione era arrivato solo alla dimensione di quattro cellule. In America, ai tempi della presidenza Clinton, fu emanata una direttiva che abolisce i fondi federali per la ricerca sulla clonazione di esseri umani.

La clonazione delle due scimmiette è un passo avanti importante per il futuro della medicina e per lo sviluppo di nuove cure. Ovviamente, tutte queste fatiche vengono fatte non solo per diminuire il numero di animali usati per la sperimentazione, ma per raggiungere il traguardo della sperimentazione per uno scopo umano.

Alcuni giustificano la corsa al raggiungimento di questo obiettivo con la possibilità concreta di combattere la sterilità femminile e la possibilità di rendere più efficaci i test per la cura di malattie, mentre la maggior parte degli scienziati rimasti nell’ombra pensa alla possibilità di clonazione dell’uomo. Sul tema, il Vaticano si è pubblicamente espresso tramite il suo portavoce, Elio Sgreccia: “Al contrario della ipotesi di clonazione umana, sulla quale la Chiesa non può che esprimere la sua condanna più forte e totale – spiega all’Adnkronos – sulla clonazione animale il magistero ecclesiastico non ha finora espresso una condanna esplicita, ufficiale, lasciando il tema alla valutazione responsabile degli scienziati” […]”non c’è dubbio che il passaggio dalla prima pecora Dolly ad altri animali e ora persino alla scimmia, ovvero a un primate così vicino all’uomo, rappresenta un autentico attentato al futuro dell’intera umanità”.

E ciò porta a una domanda che già ci si era già posti tramite numerose produzione di fantascienza: un essere umano clonato è un uomo?